In occasione della Giornata Mondiale del Disegno Industriale, il Blog del Festival della Cultura tecnica celebra l’inesauribile creatività delle donne, qualità fondamentale per il successo della progettazione.

Il 29 giugno di ogni anno la Giornata mondiale del disegno industriale sostiene l’incredibile potenza del design nel rafforzare lo sviluppo economico, sociale e ambientale. In perfetto stile Festival della Cultura tecnica non possiamo esimerci dal ricordare il ruolo chiave che le designer, artiste, artigiane e imprenditrici hanno avuto nella ricca e densa storia del design.

Tra tutte, abbiamo scelto di raccontarvi la storia di un’icona italiana e figura di primo piano nel design mondiale: la signora dell’architettura Gae Aulenti, progettista, urbanista e scenografa, dedita all’allestimento e al restauro architettonico.
Nata nel 1927 nella provincia di Udine, si trasferisce a Milano per studiare Architettura. Qui ottiene l’abilitazione professionale nel 1953 e dall’anno successivo inizia a lavorare come redattrice della rivista Casabella-Continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers, architetto e professore di cui divenne assistente presso il Politecnico di Milano nel 1964.
Oltre all’attività di redattrice, Gae Aulenti inizia a dedicarsi al design, diventando celebre per la lampada Pipistrello, realizzata nel 1965 per lo showroom di Olivetti a Parigi.

La collaborazione con la nota azienda produttrice di macchine per scrivere le permette di conoscere Gianni Agnelli che le affida la ristrutturazione del suo appartamento milanese in zona Brera. È il primo di una lunga serie di progetti concepiti per la famiglia Agnelli.

Continuando a lavorare in una Milano fortemente razionalista, Gae Aulenti inizia a confrontarsi con il lascito dello stile architettonico fascista e della sua mentalità, che condannava tutte le pratiche sociali connesse all’emancipazione femminile e che promuoveva una poetica machista, marziale e priva di fronzoli. La progettista decide così di esprimere la sua opposizione a questa insensibilità verso tutto ciò che veniva considerato negativamente ‘femminile’ attraverso il neoliberty, una corrente nata in contrapposizione al razionalismo.

Poco tempo più tardi, all’inizio degli anni ’80, riceve gli incarichi prestigiosi del restauro e dell’allestimento del Museo Orsay e del Centre Georges Pompidou, a Parigi.

Negli anni ’90 concepisce a Firenze l’ingresso della stazione di Santa Maria Novella e la piazza della Leopolda. Progetta il padiglione italiano all’EXPO di Siviglia, sviluppa il Museo d’arte asiatica di San Francisco e ristruttura a Roma le Scuderie papali al Quirinale.
Si industria nel nuovo millennio ideando il bizzarro arredo urbano di Piazzale Cadorna a Milano, curando il restauro del Castello Estense a Ferrara, progettando l’Istituto di cultura italiano di Tokyo e trasformando in polo culturale polifunzionale il Palazzo Branciforte di Palermo.

Nel design – così come in molti altri ambiti – l’intelligenza delle donne ha permesso, quando è stata lasciata libera di esprimersi, la sperimentazione di nuove forme e modalità di produzione, rappresentazione e ricerca. Una ricchezza che sarebbe andata perduta se alcune di loro, come Gae Aulenti, non si fossero battute con impegno e costanza per imporre la propria visione necessariamente coraggiosa, che ancora oggi troppo spesso viene ostacolata o messa a tacere attraverso atteggiamenti che screditano l’autorità delle donne negli ambiti professionali.

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