L’8 giugno è la Giornata Mondiale dedicata agli Oceani, istituita dall’ONU nel 1992 in occasione del vertice sull’ambiente di Rio de Janeiro. Il Blog del Festival della Cultura tecnica celebra questa ricorrenza ricordando il ruolo prezioso delle donne nella salvaguardia dell’ambiente.

“Se vogliamo salvare noi stessi, dobbiamo salvare gli oceani”. Sono le parole di Elisabeth Mann Borgese, l’ambientalista e scrittrice di fantascienza tedesca naturalizzata statunitense che ha dedicato gran parte della sua vita a portare avanti iniziative volte a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso la cooperazione internazionale nella gestione delle risorse marittime.

Figlia di Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura nel 1929, si trasferisce con la famiglia nell’Illinois, dove aderisce nel 1945 al Chicago Committee to Frame a World Constitution, gruppo universitario interdisciplinare nato con lo scopo di redigere una costituzione mondiale contro le divisioni nazionalistiche e per la gestione collettiva di terra, acqua, aria ed energia, “proprietà comune del genere umano”.

Trasferitasi nel 1952 a Fiesole, in Toscana, con il marito Giuseppe Antonio Borgese – scrittore e professore di letteratura italiana all’Università di Chicago – inizia a dedicarsi alla scrittura di racconti di fantascienza.

Nel 1960 pubblica la raccolta To Whom It May Concern; in apparente contrapposizione al coraggio e all’ottimismo che avevano contraddistinto il suo attivismo politico fino a quel momento, nei suoi racconti dipinge una realtà distopica, dai contorni oscuri e inquietanti, in cui in un futuro non poi così lontano gli esseri umani sono succubi delle loro stesse innovazioni tecnologiche, ormai fuori controllo.
Nel saggio femminista The Ascent of Woman, pubblicato nel 1963, la scrittrice immagina una società in cui le differenze tra i generi non esistono più e le donne hanno la possibilità di essere “davvero uguali agli uomini”.

Tornata negli Stati Uniti nel 1964, ottiene un posto come ricercatrice presso il Center for the Study of Democratic Institutions di Santa Barbara, in California, iniziando ad occuparsi di diritto marittimo.
Ormai conosciuta e apprezzata come una delle massime esperte mondiali di diritto marittimo, alla fine degli anni sessanta, assume la guida di un progetto internazionale che culmina nell’organizzazione della conferenza Pacem in Maribus, tenutasi a Malta nel 1970. Durante l’evento, il primo di una lunga serie, viene affrontato il tema degli oceani intesi come luoghi in grado di connettere l’umanità intera e veicolare la pace e la collaborazione tra i popoli. Due anni dopo, presso la Royal University of Malta, viene fondato l’International Ocean Institute.

Contribuirà alla stesura della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e all’istituzione del Tribunale internazionale del diritto del mare, organo indipendente dell’ONU, con sede ad Amburgo. Nel 1975 pubblica The Drama of the Oceans, il primo di una serie di saggi sulla gestione degli oceani per lo sviluppo sostenibile del pianeta.

Le qualità di Elisabeth Mann Borgese sono state impiegate in un campo, come quello marittimo e oceanografico, in cui le donne sono spesso sfavorite in termini di opportunità.
In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, il Blog del Festival della Cultura tecnica non invita unicamente i suoi lettori a rafforzare gli sforzi per proteggere il mondo marino, ma crede che questo obiettivo possa essere raggiunto sfidando le disuguaglianze che le donne affrontano in ambito tecnico e scientifico.
Trascurando i contributi unici delle donne sabotiamo tutti gli sforzi per proteggere un oceano in pericolo. È tempo di compiere un ulteriore passo in avanti per superare le diseguaglianze di genere a favore di una migliore conservazione e gestione degli oceani.

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