In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il Blog del Festival della Cultura tecnica presenta ‘Climate Change – the board game’, un gioco basato sull’effetto dei cambiamenti climatici sulle specie animali realizzato da Michela Leonardi, ricercatrice all’Università di Cambridge.

Mentre il Covid-19 domina il pianeta, lasciando dietro di sé sofferenza, perdita e incertezza, la Giornata Mondiale dell’Ambiente ci ricorda che questa non è la prima pandemia globale e probabilmente non sarà l’ultima. Mentre la comunità globale inizia ad orientarsi verso la ripresa, non dobbiamo dimenticare di considerare gli altri aspetti, meno ovvi, di questa crisi: la nostra risposta a lungo termine deve includere la gestione delle risorse naturali e il rapporto con l’ambiente.

Nel corso della storia umana, l’uomo ha beneficiato di un efficace antidoto alle malattie mortali simili al Covid-19: ampi tratti di natura indisturbata. Razziando le foreste e distruggendo gli habitat naturali, sostituendo le razze autoctone con specie domestiche e invasive, l’umanità ha favorito lo spostamento dei patogeni dai loro ospiti naturali e creato una scorciatoia per aggredire gli uomini.
È quanto accaduto nel bacino amazzonico, dove la decimazione della foresta ha portato a un forte aumento dei casi di malaria. SARS, Ebola e influenza aviaria sono altri esempi di questo fenomeno.

Ognuno di noi, direttamente o indirettamente, ha sperimentato il caos scatenato nella società dalla distruzione della natura. Ma che dire della sofferenza nel mondo naturale? Un milione di specie animali e vegetali sono minacciate di estinzione, in gran parte a causa della perdita dell’habitat naturale e dei cambiamenti climatici. Secondo il rapporto ‘Climate Change and Land’ del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, l’uomo ha gravemente modificato il 75% delle terre del pianeta e il 66% degli oceani.

È chiaro che dobbiamo affrontare questa tendenza, spostando la conversazione su azioni capaci di salvaguardare il mondo naturale e aiutare a ripristinare la sostenibilità e la funzionalità degli ecosistemi.
Stimola questo dialogo il gioco da tavolo ‘Climate change’ ideato dalla ricercatrice Michela Leonardi,  che dal 2015 – prima a Copenaghen e ora in Inghilterra – studia l’evoluzione e la distribuzione delle specie nel tempo in relazione al clima.

Il gioco da tavolo ha un regolamento molto semplice. Sul tabellone sono indicati quattro diversi tipi di habitat – savana, foresta tropicale, foresta temperata e tundra – lungo i quali si spostano i giocatori, che impersonano specie diverse. Ognuna di esse ha tre fenotipi – dimensione, colore e metabolismo – i cui geni sono presenti in quattro varianti, ciascuna delle quali facilita l’adattamento a uno degli habitat.
Pescando le ‘carte mutazioni’, che possono essere adattative, neutrali o deleterie, i giocatori possono cambiare le varianti geniche e quindi facilitare l’adattamento della loro specie a un diverso habitat. Il primo che riesce ad adattarsi a tutti e quattro gli habitat, vince la partita.
Attenzione però, perché a ogni turno il lancio di un dado può provocare un cambiamento del clima, che implica l’utilizzo di un tabellone diverso, dove la frequenza dei quattro habitat è diversa a seconda che la temperatura sia aumentata o diminuita.

«Il mio obiettivo è quello di far passare l’idea che i fenomeni biologici ed ecologici non possono essere ridotti a un semplice meccanismo di azione e reazione ma che, al contrario, sono il risultato dell’interazione complessa di tante variabili», racconta l’ideatrice Michela Leonardi. «Semplificare è utile nella divulgazione, ma spesso si corre il rischio di non far vedere la grande complessità che caratterizza questi sistemi, finendo quindi per rappresentarli in maniera sbagliata».

Tabelloni, regolamento e tutto il necessario per giocare a Climate Change – the board game può essere scaricato e stampato gratuitamente sul sito di Michela Leonardi: clicca qui

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