Mentre stava andando a scuola insieme alle sue amiche, i talebani hanno tentato di ucciderla. A soli quindici anni, Malala si è scontrata con chi, in Pakistan, vuole togliere alle ragazze e alle donne i loro diritti. Poco più che bambina, ha lottato senza armi né violenza, ma con il coraggio delle parole e dell’istruzione.

Malala Yousafzai è sopravvissuta a un attentato nel 2012, quando un militante estremista, Ehsanullah Ehsan, le spara un colpo d’arma da fuoco alla testa mentre stava tornando a casa da scuola a Mingora, nella valle di Swat. Tempo prima aveva scritto un testo, sul proprio blog, raccontando il caos della città in cui viveva e i roghi delle scuole femminili da parte dei talebani. L’articolo fu pubblicato sul sito della BBC e circolò notevolmente in Pakistan.
L’attentatore era intenzionato ad eliminarla in quanto simbolo della lotta per l’istruzione. Dopo il tragico evento, la studentessa è stata curata nel Regno Unito, dov’è rimasta per proseguire gli studi.

Nel 2013 ha tenuto un discorso durante l’Assemblea della gioventù delle Nazioni Unite, a New York. Il suo intervento, in cui ha parlato soprattutto della condizione controversa dei diritti delle donne nel suo paese, ha raccolto grande consenso internazionale. Davanti all’assemblea, Malala Yousafzai ha spiegato che l’educazione è l’unica soluzione per combattere le disuguaglianze.

Nel 2014 arriva l’assegnazione del premio Nobel per la Pace insieme all’indiano Kailash Satyarthi. Il riconoscimento è stato conferito “per il loro impegno contro la sopraffazione nei confronti dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini a un’istruzione”.

Il 25 settembre del 2015 è diventata – insieme ad altre personalità del mondo artistico, politico, scientifico e della cultura – testimonial dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030.

La vita di Malala Yousafzai che lotta per i diritti civili, per l’istruzione e per i diritti delle donne sembra seguire un percorso tortuoso, costellato di successi, riconoscimenti internazionali e forti gesti di coraggio. La sua storia sintetizza perfettamente il focus dell’ottava edizione del Festival della Cultura tecnica – in programma a Bologna e in Emilia-Romagna dal 20 ottobre al 16 dicembre 2021 – che sarà rivolto al Goal 4 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’istruzione di qualità come leva da cui ripartire per la costruzione di una società più equa e inclusiva, sarà il fulcro del fitto calendario di incontri che si svolgeranno in autunno.

Condividi l'articolo: