Il 28 agosto del 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, l’attivista afroamericano pronunciò il leggendario discorso.

Da quel giorno del 1963 l’espressione “Io ho un sogno” è diventata un’icona universale. In un discorso di diciassette minuti, il reverendo Martin Luther King ha condensato la potenza del suo messaggio, affidandolo ai posteri. Da quel momento la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale non è stata più la stessa. Ha trovato nuova forza, radici e soprattutto un simbolo.

«Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per chi sono nel cuore. Io ho un sogno oggi!»

Il messaggio di Martin Luther King torna attuale nei mesi del Black lives matter, lo slogan risuonato in migliaia di piazze statunitensi in seguito all’assassinio da parte di un poliziotto di un afroamericano di nome George Floyd.

Seppur siano passati 57 anni dalla Marcia su Washington per il Lavoro e la Libertà, le ineguaglianze, le molestie e i pregiudizi resistono nella società contemporanea e rappresentano altrettanti campanelli d’allarme per i diritti fondamentali.

Per questa ragione la settima edizione del Festival della Cultura tecnica promuove la conoscenza dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, sostenendo il contrasto delle diseguaglianze che ci impediscono di vivere in una società equa e giusta in cui tutti possano prosperare. Gli eventi che saranno proposti dal 14 ottobre al 19 dicembre favoriranno il dialogo, sensibilizzeranno la cittadinanza, informeranno e condivideranno best practices sull’obiettivo 10 del programma, che mira a ridurre le disuguaglianze attraverso la promozione dell’inclusione sociale di tutti i cittadini, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia e religione.

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