Rielaborare e raccontare l’esperienza del lockdown. Nell’ambito dell’iniziativa Native/i resilienti – promossa dalla Città metropolitana di Bologna – è tornato il giornalino dell’IIS Bartolomeo Scappi di Castel San Pietro Terme.

Lo Scappi è…, questo è il nome scelto per la testata scolastica che raccoglie articoli di attualità nazionale e internazionale, interviste ad alunne e alunni, fotografie e illustrazioni, testimonianze della didattica a distanza, cronache e racconti dei numerosi eventi a cui partecipa la scuola. Sul Blog del Festival della Cultura tecnica sono disponibili i primi cinque numeri del progetto nato nell’anno scolastico 2019/2020 e proseguito durante il lockdown grazie al coinvolgimento di un gruppo trasversale ed entusiasta di alunne e alunni.

Il giornalino, tramite la creazione di una redazione eterogenea costituita da docenti, studentesse e studenti, è stata la voce e il collande della scuola durante lo svolgimento della didattica a distanza. “Lo Scappi è…” ha raccontato la pluralità delle voci dell’istituto, ponendosi come obiettivo l’integrazione tra le differenze culturali, un reale punto di forza della scuola.

In particolare, vi segnaliamo il terzo numero dedicato interamente alla grave emergenza sanitaria della scorsa primavera.
Nel quarto numero è stato proposto agli alunni un questionario sulla DaD, i cui risultati sono stati analizzati nella quinta e ultima uscita dell’a.s. 2019/20.

“Lo Scappi è…” – 1^ numero
“Lo Scappi è…” – 2^ numero
“Lo Scappi è…” – 3^ numero
“Lo Scappi è…” – 4^ numero
“Lo Scappi è…” – 5^ numero

Il Blog del Festival della Cultura tecnica ha deciso di segnalarvi un articolo particolarmente significativo pubblicato nella rivista dell’istituto nel numero di Aprile 2020.

Riflessioni dal giardino di casa

di Davide Tornello

Scrivo da un angolo del giardino di casa mia e di questi tempi è un lusso che non molti hanno. Un silenzio assordante e insolito mi accompagna. I trattori riposano, le automobili sostano nei garage o lungo i parcheggi delle vie condominiali e qualche camion in lontananza fa ricordare il rumore delle ruote sull’asfalto.
Si sente il canticchiare degli uccellini appesi sui fili e nascosti fra gli alberi, qualche gallo prova a dire la sua anche di giorno e l’abbaiare dei cani si perde in sottofondo.
Questi sono i suoni della quarantena che ci accompagna da vari giorni e di cui non si conosce né la durata né la fine, una quarantena che colpisce un paese intero, unito in una lotta difficile e inaspettata, e una nazione, unita da una catastrofe.

Spesso in questi casi usiamo la solita e monotona frase fatta “scopri il valore delle cose solo quando ti vengono tolte”, purtroppo, tremendamente vera in questo periodo. Abbiamo perso la libertà di camminare all’aria aperta, la libertà di incontrare le nostre persone preferite, la libertà di abbracciarci e baciarci senza che nessuna legge ce lo impedisca. Probabilmente solo ora abbiamo capito il valore delle parole gentilezza, altruismo, salute, ma soprattutto, patriottismo, parola che abbiamo sentito spesso sui libri di storia durante la rivoluzione francese, quella americana, durante i moti del ‘20-’21 e di cui solo ora capiamo il valore e il significato.
Siamo tutti uniti, con la consapevolezza che solo insieme potremo sconfiggere un avversario che probabilmente non ha rivale nella storia recente del nostro paese, ne in quella di tutto il mondo. Bisogna però fermarsi un attimo e ragionare cercando di capire cosa succederà in ognuno di noi quando tutto questo finirà, e qui sorgono le prime domande.

Questo fatto ci farà cambiare punto di vista su tante cose? Forse ci renderà meno egoisti e frettolosi, ci darà la pazienza di ascoltare un po’ di più le persone in difficoltà, quelle che avrebbero bisogno di qualche minuto per farsi ascoltare, magari non mancherà il saluto quando incroceremo un’altra persona per strada e rimarremo tranquilli al famosissimo scatto del semaforo verde.
Forse nessuno si lamenterà più di quello che non ha, ma ringrazierà per quello che ha. Andare a lavoro o a scuola non saranno più la prima scusa per iniziare male la giornata. Magari impareremo a rispettare la natura, che in questo momento torna a respirare dopo decenni.
Ameremo ancora di più lo sport, il mare le montagne, rafforzeremo legami, gli abbracci e i saluti saranno più veri e genuini, come la voglia di stare insieme e di dire ce l’abbiamo fatta.

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