Il Blog del Festival della Cultura tecnica ha selezionato i migliori account che documentano il modo in cui abbiamo raccontato, e continueremo a raccontare, la pandemia.

Da settembre siamo entrati in una fase di completa riapertura del paese. Se per alcuni vuol dire tornare a una vita molto simile a quella che ha preceduto il Coronavirus, per molti altri, come gli studenti, significa riprendere le lezioni abbandonando finalmente lo spazio domestico.
Qualunque sia la situazione, di fatto stiamo attraversando una fase di assestamento. Ed è proprio questo il momento in cui si deve guardare al periodo appena concluso con sguardo critico, per riflettere sui fenomeni culturali che una cesura storica come questa ha generato.

Il Blog del Festival della Cultura tecnica ha selezionato e catalogato le pagine create durante la quarantena, per scoprire come abbiamo saputo gestire l’isolamento e la quarantena da Covid-19, e questo è il risultato.

Le prime pagine sorte durante il lockdown sono legate al mondo dell’arte: spazi digitali per la consultazione di lookbook a tema, challenge virtuali, talk in streaming di curatori o artisti e raccolte fondi per l’emergenza sanitaria.
Tra queste, un museo digitale interamente dedicato alla quarantena è il Covid Art Museum, una pagina Instagram che raccoglie le opere d’arte create durante la pandemia, dagli interventi site-specific di Banksy nel proprio appartamento, all’emblematica copertina di Vanity Fair del fotografo Francesco Vezzoli e le mascherine trendy dell’artista cinese Zhijun Wang.

Veri e propri diari di bordo, riflessioni ed esperienze che portano il peso effettivo di questo periodo, sono il secondo trend della quarantena. Pagine Instagram in cui affrontare collettivamente il lockdown, in cui esprimersi in modo intimo e personale, in cui semplicemente sentirsi uniti e meno soli.
I diari più belli sono l’atlante visivo della pandemia Arcipelago-19 e il suggestivo Covid-19 Webcam, un viaggio visivo attraverso le webcam delle città italiane durante il lockdown.

La voglia di entrare in un locale, di sentirsi parte di una comunità, di divertirsi, di incontrarsi e di instaurare un dialogo ha portato alla nascita di account in cui artisti, musicisti e creativi hanno ricreato online quegli assembramenti negati nella vita reale.
Hanno così preso forma pagine con consigli per svagarsi e tenersi impegnati: uno spazio per sognare il futuro che ci aspetta. Tra queste le community Poi vorrei e Cosa mi aspetto dal domani sono quelle che hanno ottenuto più consensi

I desideri per il dopo Coronavirus sono stati raccolti su Instagram anche nell’ambito dell’iniziativa Native/i resilienti, promossa dalla Città metropolitana di Bologna.
Il progetto “In contatto con gli adolescenti ai tempi del Covid” è stato ideato da Open Group con l’obiettivo di garantire continuità educativa e relazionale al gruppo di ragazzi che ogni pomeriggio frequentava il CAV San Vitale di Bologna.

Con la chiusura degli spazi di aggregazione e dei servizi extrascolastici rivolti agli adolescenti, le équipe educative del settore giovani si sono immediatamente poste il tema di come rimanere in contatto con i ragazzi in un momento così particolare.
Consapevoli del fatto che per molti l’ambiente familiare non è sempre un supporto positivo, Open Group ha da subito individuato nei mezzi digitali il canale per continuare a fornire supporto. Instagram è stato lo spazio che ha ospitato giochi, contest e quiz, culminati con l’iniziativa CAV senza frontiere”, una sfida online che ha coinvolto tutti i centri bolognesi.
Sulla pagina Instagram Vita da CAV è ancora possibile prendere parte al Quizzone del giovedì, recuperando tutti i quesiti nelle storie in evidenza.

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