Non distante dalla fontana del Nettuno, all’incrocio tra via Indipendenza e via Rizzoli, la volta del Canton de’ Fiori accoglie una particolare scritta in latino: “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”.

Il pane è vita, la canapa benessere, il vino gioia”, questo è il significato dell’iscrizione inserita nel portico della Torre Scappi, un riferimento al passato di Bologna. Per molti secoli lo sviluppo e la ricchezza della città è stato legato alla coltivazione della canapa, utilizzata principalmente nel settore tessile e per la produzione di cordami.

A partire dal Cinquecento, la coltivazione e l’industria della canapa sono stati i pilastri dell’economia agricola, artigianale e commerciale bolognese e hanno segnato in profondità la storia e la cultura della città e del suo territorio. Centinaia di famiglie benestanti iniziarono a ricavare le entrate maggiori dalla canapa migliore d’Europa, per le condizioni naturali e per la maestria delle operazioni colturali.

I tessuti ricavati dalla pianta venivano usati per le vele e i cordami delle flotte mercantili olandesi e inglesi, in cerca di spezie, oro e seta in America e Asia. Negli anni in cui le Repubbliche marinare italiane vedevano decadere il proprio ruolo nel commercio, Bologna è stata inaspettatamente protagonista dei traffici oceanici.

La fortuna delle produzioni agricole bolognesi non si arresta fino alla metà dell’Ottocento, quando la canapa sarà usata per rifornire gli arsenali dove sono armati i vascelli di Napoleone.

Seppur oggi la produzione si sia notevolmente ridotta, la canapa potrebbe tornare ad essere motore dello sviluppo economico. Pannelli da costruzione, mattoni, intonaci e isolanti: l’edilizia ricorre sempre più frequentemente alle sue proprietà che garantiscono isolamento termico, risparmio energetico e sostenibilità.

La storia sembra ripetersi e ancora una volta è la canapa protagonista delle innovazioni tecniche e industriali della città felsinea. Non a caso il primo edificio realizzato in Italia con canapa e calce si trova a San Giovanni in Persiceto, nel territorio metropolitano di Bologna.

Completata dopo il sisma del 2012 e realizzata dal geometra Olver Zaccanti, l’abitazione si avvale di una colatura di canapa e calce all’interno di una struttura di legno. Il risultato è una coibentazione perfetta, che rende il fabbricato bolognese non solo perfettamente isolato, ma anche antisismico e anallergico.

La storia della coltivazione della canapa e dell’importanza che ha rivestito sul territorio metropolitano sono efficacemente raccontati all’interno del Museo della Civiltà Contadina – Istituzione Villa Smeraldi di San Marino di Bentivoglio.

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